Crisi d’impresa, la chiamata all’azione per un sistema Ue della ripartenza
Crisi d’impresa, la chiamata all’azione per un sistema Ue della ripartenza – Il Sole 24 ORE
di Manuela Perrone 28 gennaio 2025
Cadere e rialzarsi, fallire e rinascere. Chi fa impresa sa cosa vuoldire giocare e rischiare. A volte tutto. Ma affrontare le conseguenze di un fallimento, lo stigma e le difficoltà legate alle liquidazioni giudiziali puòsignificare attraversare un tunnel fatto di dolore, solitudine e sensi di colpa.Succede ogni anno in Italia a circa 100mila imprese.
Pensando a loro l’associazione “100mila Ripartenze” dal Senato lancia oggi una call toaction, indirizzata in primo luogo alle istituzioni. Perché si migliori ancora ilCodice della crisi d’impresa facendo tesoro delle esperienze più virtuose,come quelle di Francia e Belgio, e unificando gli sforzi a livello europeo, conl’istituzione di una Giornata europea della ripartenza e la previsione di
budget ad hoc nei bilanci comunitari
Ogni anno in Italia chiudono 100mila imprese
Dopo il picco di chiusure del 2020, con 390mila imprese scomparsea fronte di solo 85mila nuove aperture, e la ripresa post-Covid, dal 2023 si èregistrato un nuovo boom di fallimenti. E i timori per il 2025 sono elevati,soprattutto per le piccole e medie imprese. A pesare non sono soltanto leincertezze legate agli scenari geopolitici e ai nuovi equilibri sullo scacchieremondiale, ma anche le trasformazioni dei processi produttivi legate adigitalizzazione e intelligenza artificiale.
Fiorella Pallas, presidente e co-fondatrice con Gisella Geraci di “100mila Ripartenze” non si stanca diportare la sua testimonianza personale: prima manager di unamultinazionale, poi imprenditrice che ha conosciuto il fallimento, infinecoach per supportare gratuitamente chi ha vissuto esperienze simili.
Ricucire le ferite invisibili
«Il nostro metodo si basa sulla centralità della persona – spiega -perché prima di far ripartire un’impresa bisogna ricostruire fiducia,resilienza e consapevolezza. Ricucendo con cura le cicatrici invisibili delfallimento e preservando ciò che ci rende unici: talento, know-how eintelligenza creativa. Con il giusto aiuto, le cicatrici possono esseretrasformate in punti di forza, arricchendo chi le porta con nuovecompetenze e resilienza». «Lavoriamo esclusivamente grazie al contributo di volontari, donatori e sponsor, e oggi contiamo quasi 200 personeimpegnate in tutta Italia». continua Pallas. «Dal nostro inizio, abbiamoaccompagnato gratuitamente circa 50 imprenditori e professionisti, con untasso di ripartenza del 50%. Questo è un buon risultato, ma ancora lontanodal rispondere al fabbisogno nazionale».
Le esperienze di Francia e Belgio
“100mila Ripartenze” è nata nel 2019, ispirandosi alla francese“60.000 Rebonds”, attiva dal 2012. A raccontarne la storia è
BernardGloppe, direttore dello sviluppo europeo dell’associazione, che nel solo 2024ha sostenuto 1.300 imprenditori. Evidenti i benefici ottenuti Oltralpe conl’eliminazione di alcune valutazioni penalizzanti dagli indicatori bancari econ la creazione di strumenti di supporto come il portale della ripartenza, punto di contatto unico con le autorità pubbliche per gli imprenditori indifficoltà. Di grande interesse è anche l’esperienza della Fondazione PulseRevival in Belgio, illustrata dal direttore dei programmi SébastienHamende. L’obiettivo dei belgi è ora estendere a tutti gli imprenditori ilmeccanismo del “fresh start” (attualmente a beneficio dei “solopreneurs”),che consente di ripartire senza il peso dei pregressi, e l’introduzione di unosportello unico per centralizzare le pratiche burocratiche. In entrambi i casia fare la differenza è stata comunque la massima sinergia tra governi, altreistituzioni, sistema bancario e terzo settore.
Le penalizzazioni per chi vuole ripartire
Di penalizzazioni, secondo “100mila Ripartenze”, la normativaitaliana è ancora piena, nonostante i ripetuti interventi sul Codice della crisid’impresa (a settembre è entrato in vigore il terzo decreto legislativocorrettivo
al Dlgs 14/2019). Secondo Geraci, a frenare le ripartenze c’è ildivieto di ricoprire ruoli imprenditoriali, spesso per anni, ai soggetticoinvolti in una liquidazione giudiziale, così come la visibilità prolungatadelle segnalazioni bancarie che ostacola l’accesso al credito anche a chi hasaldato ogni debito e vorrebbe soltanto ripartire. Alcune fragilità, poi, sonopiù pesanti di altre: nei confronti delle donne imprenditrici il pregiudiziolegato al fallimento è più severo. A loro si attribuisce quasiautomaticamente scarsa competenza, più che sfortuna o inesperienza.
L’imprenditore Molinari: aziende e istituzioni lavorino insieme
Mario Molinari, imprenditore co-owner di Molinari, l’aziendaproduttrice della storica sambuca, e sostenitore di “100mila Ripartenze”,tiene a sottolineare la rilevanza di un impegno congiunto di istituzioni eimprese: «È una responsabilità delle aziende e delle associazioni del lavorodestinare parte dei propri budget e orientare le strategie aziendali alsostegno di queste iniziative. Ma per rendere possibile un cambiamento sularga scala, è indispensabile prevedere fondi dedicati e agevolazioni fiscalinei bilanci istituzionali. Solo attraverso un impegno condiviso tra settorepubblico e privato possiamo affrontare questa sfida. Dobbiamo lavorareinsieme per creare un ecosistema che offra agli imprenditori una secondaopportunità».
La proposta: semplificazioni, agevolazioni e budget Ue dedicati
Da Palazzo Madama – assieme all’europarlamentare M5S PasqualeTridico, presidente della commissione Fisc per le questioni fiscali e aisenatori del Movimento Alessandra Maiorino e Mario Turco – “100milaripartenze” chiede di istituire una Giornata europea della ripartenza per evidenziare il valore del “secondo inizio” e promuove la nascita di una Federazione europea ad hoc, che coordini sforzi e risorse a livello internazionale. Contando sull’inserimento di budget dedicati nei bilanci comunitari – è la tesi – imprese, banche, istituzioni e associazioni possono migliorare le normative nazionali, semplificare l’accesso al credito e spingere sulla sburocratizzazione, sviluppare strumenti finanziari innovativi per reintegrare gli imprenditori nel mercato. In sintesi, serve introdurre ciò che manca: un approccio coordinato e finanziato. Perché chi precipita trovi sempre una rete di protezione ad aspettarlo. E a salvarlo.